Best seller di Amazon per il 2012: 50 sfumature di “ve l’avevo detto io”

E’ appena uscita su Amazon la classifica dei best seller per il 2012.

Al primo posto, cinquanta sfumature di grigio, al terzo cinquanta sfumature di rosso e al quarto cinquanta sfumature di nero.

Lasciando perdere la qualità (infima, mi dicono) dei romanzi della James, mi diverte pensare che i libri più letti dalle nostre conterranee sono romanzi pseudo-porno dove la protagonista viene maltrattata e sottomessa in tutto e per tutto dall’eccitantissimo maschio alfa protagonista. Come volevasi dimostrare, le leggi dell’attrazione sono abbastanza inflessibili nel farci danzare al loro ritmo.

Adesso voglio proprio vedere come le femministe razionalizzeranno questa cosa 😉 Alla faccia del rapporto paritario!

Esempio di comportamento beta

Per caso capito su questo articolo de “il giornale” (le virgolette sono d’obbligo).
Vale la veramente la pena di leggerlo, in quanto è il perfetto esempio del ragionamento dell’uomo beta.
L’articolo non è nient’altro che un breve riassunto del libro di Stefano Zecchi, il cui titolo potrebbe tranquillamente essere lamentele di un uomo beta. Tra l’altro lo stesso Zecchi è anche l’autore dell’articolo/recensione… Ma si sa che da quelle parti, il conflitto di interessi non esiste 🙂

Ma veniamo al contenuto dell’articolo. L’autore parte da un concetto sacrosanto, e cioè che ad un bambino, per crescere, servono entrambi i genitori: nello specifico, non è sufficiente solo l’intervento materno ma anche la figura del padre è di primaria importanza perché il figlio sappia farsi un’idea di cosa significa essere uomo.

Dopo poche righe però il testo si trasforma in una sorta di piagnisteo contro le cattivissime mamme che “vogliono fare tutto loro” compreso il ruolo paterno, ad esempio prendendo le decisioni principali in famiglia e comandando il marito a bacchetta.

Perché dico che questo sfogo sia un esempio del ragionamento beta? Innanzitutto perché ci troviamo di fronte ad un uomo che sostiene di non essere in grado di imporre la propria volontà alla compagna. Inoltre è evidente che l’autore non giudica gli uomini persone in grado di decidere del proprio destino, ma dei semplici pupazzi in balia degli eventi esterni: una tesi che qualsiasi uomo alfa rifiuterebbe a piè pari. Ricordate una delle caratteristiche salienti dell’uomo beta?

[…]Razionalizza il suo insuccesso con le donne (e nella vita) attribuendolo ad elementi al di fuori del suo controllo[…]

Parole sante, Roosh. Parole sante.

Ma proviamo ad analizzare i punti salienti del testo:

C’è però un luogo pubblico in cui si riconosce immediatamente il mammo: il supermercato. È impossibile non identificarlo:lo vedete un po’ curvo spingere faticosamente il carrello della spesa come il condannato ai lavori forzati spinge la carriola piena di pietre che ha appena finito di spaccare con le sue nude mani. Davanti a lui la mogliemadre impettita, sicura di sé, incede con passo ardimentoso, afferrando dallo scaffale di destra il pacco di pannolini, da quello di sinistra la confezione di omogeneizzati. Li getta nel carrello senza neppure voltarsi per vedere dove vanno a finire, perché tanto sa che il marito è esattamente un passo dietro a lei. Il mammo procede spingendo il carrello pesante, con lo sguardo vago, assente.

Siamo d’accordo Stefano, la visione di una tale dimostrazione di comportamento beta è a dir poco vomitevole. Ma come proponi di migliorare la situazione?

La madre, oggi, deve saper fare un passo indietro: sia lei a spingere il carrello della spesa e lasci (suggerisca, invogli) il marito a giocare con il figlio, perché gli trasmetta la sua maschilità e quella rappresentazione della vita che gli consentirà la formazione di un’identità precisa.

No, non ci siamo proprio. La madre fare un passo indietro? Difficile. Ella riempie semplicemente gli spazi lasciati vuoti dal rammollito del marito. Finché non sarà lui a cambiare (a fare un passo avanti!), la dinamica di coppia non può cambiare.

Come farebbe il padre dell’esempio a trasmettere la propria mascolinità al figlio quando lui stesso non ne possiede un briciolo? Il bambino a questo punto ha maggiori opportunità di impararla dalla madre!

Se il tizio avesse anche solo un accenno di testosterone nel sangue, non aspetterebbe certo che sia la donna a “concedergli” di passare del tempo col figlio secondo i propri termini. Lo pretenderebbe. O più probabilmente lo darebbe per scontato, e la semplice idea di chiedere alla moglie di fare un passo indietro lo farebbe sbellicare dalle risate.

Questo non perché il maschio alfa sia necessariamente prepotente o violento, anzi. Semplicemente egli sa di essere il principale responsabile del proprio destino, e sa benissimo che pretendere che siano gli altri a cambiare o addirittura a “cambiarci” è l’atteggiamento di chi non otterrà mai nulla dalla vita.

Si potrebbe anche tranquillamente assumere che il maschio alfa in questa situazione non ci si ritroverebbe proprio perché avrebbe con la compagna un tipo di rapporto decisamente diverso da quello descritto nella scena del supermercato di prima.

Come diceva saggiamente qualcuno, chi è causa del proprio male pianga sé stesso.

Alfa e Beta

Un concetto fondamentale nello studio della natura umana, specialmente quando ci interessiamo di seduzione, è la distinzione tra il maschio alfa e quello beta. Una volta capita la differenza, cercheremo sempre più di avvicinarci al modello Alfa e di allontanarci dalle nostre abitudini Beta. Questo non solo ci farà avere maggiore successo nelle nostre relazioni col gentil sesso, ma ci farà guadagnare maggiore soddisfazione nella nostra vita

Quella che segue è la definizione di maschio Alfa  e Beta, come descritta nel libro di Roosh, “Bang”.

Se avete mai guardato il Discovery Channel, probabilmente vi sarà capitato di vedere un documentario sui gorilla che mostra come il maschio dominante si cimenti in diversi atti sessuali con le femmine, seguito da riprese che mostano i gorilla beta che si masturbano in un angolo. Nel mondo delle scimmie, la dominanza del maschio alfa dipende dalla sua stazza, un tratto in base al quale le femmine effettuano la loro selezione. (se lo stesso fosse vero negli umani, gli unici a fare sesso sarebbero i palestrati). I maschi beta invece accettano la propria bassa posizione finche non sono pronti a prendere un rischio, sfidando il maschio alfa o creando una propria tribù.

La gerarchia alfa/beta non è molto diversa negli umani. I maschi beta accettano la loro posizione di inferiorità e lasciano che siano i maschi alfa a trombare la maggior parte delle donne desiderabili finche non sono pronti a mettersi al lavoro per diventare a loro volta alfa. Quando gli uomini vivevano in tribù, non c’erano libri o strumenti per imparare la psicologia, il comportamento e la seduzione. Se eri beta al momento della pubertà, saresti probabilmente rimasto beta a vita. Ma ora che il corretto comportamento e la giusta attitudine sono stati identificati e studiati, è molto più facile per l’uomo di oggi diventare alfa.

Diamo innanzitutto un’occhiata al maschio beta medio. Il principale tratto che lo definisce è la paura di inseguire ciò che desidera. Non vuole farlo perché pensa di non essere capace di ottenere ciò che vuole. Si preoccupa dei bisogni degli altri prima dei suoi. Accetta in silenzio di non essere rispettato. Cerca la propria identità in aree scorrelate con la sua mascolinità, come il suo lavoro alla scrivania. E’ passivo a letto e aspetta un permesso prima di aumentare l’intimità. Razionalizza il suo insuccesso con le donne (e nella vita) attribuendolo ad elementi al di fuori del suo controllo. Crede che il modo migliore per avere successo con le donne sia essere incredibilmente bello ed avere un sacco di soldi.

Il maschio alfa, d’altro canto, vive molto diversamente. Innanzitutto, fa sempre ciò che vuole. Non si preoccupa di rifiuti personali o fallimento sociale. I suoi bisogni, volontà e sentimenti vengono prima di quelli di chiunque altro. Non esistono giudizi, occhiataccie, o risate altrui che possano fermarlo dall’ottenere ciò che vuole. Non chiede il permesso. Se vuole fare sesso con una ragazza, usa la sua conoscenza e le sue abilità per fare in modo che succeda. Le sue azioni nascono dal desiderio invece che dall’insicurezza.

Il maschio alfa non si qualifica. Non spiega i suoi difetti ed i suoi fallimenti. Accetta sé stesso, in un modo o nell’altro. Non si vanta dei propri successi. Non ha bisogno di essere validato da una donna perché sa che lei non può dargli ciò che egli non può dare a sé stesso. Critiche e complimenti hanno solo un effetto temporano su di lui perché egli ha già accettato i suoi punti di forza e le sue debolezze.

Il maschio alfa non si cura di ciò che gli altri pensano di lui. Si presenta nel modo che lo fa sentire più comodo. Si interessa a qualcosa perché gli piace e gli si addice, non per essere trendy o perché è qualcosa che “dovrebbe” fare. Non si guarda allo specchio ogni dieci minuti per sistemarsi i capelli. Non si preoccupa di farsi finte abbronzature o depilazioni.

Il maschio alfa non chiede scusa per essere un uomo che ha bisogni sessuali. Non nasconde le proprie intenzioni con le donne, in modo che sappiano come fornirgli ciò che lui vuole. Se una donna non è a proprio agio con l’idea di fare sesso, egli ne trova una che lo sia. Non ha intenzione di aspettare che una donna serva i suoi bisogni. Non si preoccupa se una donna lo rifiuta a letto – se non lo ottiene da lei, lo otterrà da un’altra. Come essere sessuale, pretende che le donne lo siano altrettanto con lui.

Il maschio alfa vive nella propria realtà. Dirige l’interazione nel modo che preferisce controllando il ritmo e iniziando l’escalazione sessuale. Crede che sia nella natura della donna di sottomettersi ad un uomo forte. Capisce che se non si preoccupa lui dei suoi bisogni, neanche una ragazza lo farà. Non lascia che sia la donna a controllare l’interazione perché sa che il risultato sarà che lei otterrà ciò che vuole (attenzione e validazione) alle sue spese.

Il maschio alfa ha grosse aspettative dalle sue donne. Non fa qualcosa di carino senza aspettarsi di ottenere qualcosa. Pretende che una ragazza che meriti la sua attenzione sia fisicamente attraente, interessante e sessualmente sicura. Se una ragazza gli dice che sarà disposta a fare sesso solo dopo mesi di corteggiamento, non la seguirà. Rende chiaro che non è su questa terra per rifornirle di alcool e cibo gratis. Tutto ciò che lei ottiene da lui deve guadagnarselo.

E, cosa più importante di tutte, il maschio alfa è sempre disposto ad andarsene. Il suo potere sulle donne risiede nel tempo e nelle energie che egli sceglie di spendere con loro. Capisce che questa mentalità sarà notata dalle donne che incotra, e che come risultato loro lo tratteranno con cura e rispetto. Egli rende chiaro, controllando la quatità di attenzione che dà, che non è disposto a tollerare un atteggiamento irrispettoso o frigido. Se a lei non piace la sua attitudine, è libera di trovare qualcun’altro che la sopporti, perché lui sa che ci sono tante altre donne che sanno come comportarsi. Non importa quanto lavoro ha investito in una donna, egli non esiterà a lasciarla se lei non risponde nella giusta maniera.

Miopia letteraria

Mi ero riproposto di non parlare di politica su questo blog, innanzitutto perché non è un argomento che mi interessa un granché. E poi ci sono già talmente tanti blog dedicati alla politica italiana (in genere rappresentano le due principali correnti di pensiero: “piove governo ladro” e “via Berlusconi dal parlamento”) che sinceramente non pensavo di potere avere nulla di nuovo da aggiungere.

Ma, grazie all’introduzione della Legge Levi, finalmente anche io ho la possibilità di lamentarmi pubblicamente della classe politica italiana! Per festeggiare questo evento userò perfino un’immagine:

Logo della repubblica delle banane

Ah, adesso sì che mi sento multimediale.

Ma torniamo a noi. Di cosa tratta questa benedetta legge? Introduce due norme principali per regolamentare il prezzo dei libri:

  1. Tutti i negozi (piccoli, grandi, online) non potranno praticare sconti superiori al 15% sul prezzo di copertina. Durante il mese di Dicembre invece non potranno praticare alcuno sconto (!)
  2. Gli editori non potranno effettuare sconti superiori al 25% nelle loro campagne promozionali e saranno obbligati ad offrire lo stesso sconto a tutti i rivenditori.

Piccoli editori e librai gioiscono, pensando che questa legge (che hanno domandato a gran forza) possa risollevare i loro bilanci.  Non lo farà, ovviamente.

I consumatori invece si sono giustamente incazzati: non si capisce perché a rimetterci debbano sempre essere i lettori.

Ma perché dico che questa legge non solleverà le sorti del mercato dei libri in Italia?

Perché si tratta di un atto di protezionismo artificiale richiesto da chi spera di salvare il proprio modo di fare business dall’inesorabile avanzamento tecnologico, economico e culturale che stiamo vivendo.

Ma il modello della libreria anni ’60 non può continuare a funzionare per evidenti motivi. Ve li ricordate i negozietti sotto casa che vendevano un po’ di tutto? Sono stati spazzati via tra gli anni 80 e 90 dai grossi centri commerciali, che riescono ad offrire una grande varietà di merci a prezzi più bassi. E’ un processo di selezione naturale: chi riesce ad offrire la migliore qualità al prezzo più basso cresce, gli altri chiudono.

(intramezzo: ve lo immaginate un decreto che fissa, per legge, lo sconto massimo che può essere applicato al prosciutto o al salame? Farebbe solo ridere, no?)

Attenzione però: non tutti i negozietti hanno chiuso. Alcuni esistono ancora: sono quelli che hanno deciso di non combattere i “grandi” sul prezzo ma sulla qualità. Sono quelli che ti offrono quei prodotti tipici che non trovi da nessun’altra parte, o quelli dove il macellaio ti sa dire perfino quante macchie aveva la mucca sul pelo. Sono quelli insomma che hanno avuto il coraggio e l’abilità di evolversi per sfruttare il cambiamento invece che rimanere fermi sulle proprie posizioni a sbuffare e battere i piedi.

Le librerie e gli editori italiani devono necessariamente adeguarsi con un processo simile o chiudere, perché nessuna quantità di carte bollate li potrà salvare dal progresso. Anche a parità di prezzo, la grande catena avrà sempre un catalogo più fornito della piccola libreria ed il negozio online sarà sempre più comodo di entrambi.

Si salverà chi riesce a riconoscere che non tutti i lettori adorano Harry Potter e Twilight. Che il libro in inglese sta prendendo sempre più piede, ma che anche le librerie delle grandi catene gli dedicano a malapena un angolino. Che comprare un libro può essere un’esperienza, un’attività divertente in se stessa e non semplicemente un’altra commissione. Che i clienti sono prima di tutto esseri umani e che come tali sono motivati da fattori non sempre matematici.

Il prezzo non è tutto. Odio citarli, ma Apple ad esempio l’ha capito e guadagna milioni su milioni vendendo computer ad un prezzo molto più alto della concorrenza. Così come Starbucks ha fatto successo vendendo caffé ad un prezzo che è obiettivamente ben al di la’ dei costi di produzione. Entrambi hanno saputo presentare i loro prodotti non come “un altro computer” o “un altro caffé”, ma come “il computer per i creativi” ed “il piacere di un buon caffé”.

Se il tuo prodotto non è ne più ne meno bello di tutti gli altri, in pochi sono disposti a pagare di più per semplice solidarietà. Queste sono le regole del mercato.