Non sono una persona religiosa. Certo, sono stato cresciuto in una famiglia cattolica e sono andato all’oratorio come tutti gli altri ragazzini. Sono stato battezzato, ho fatto la comunione e la cresima. Magari un giorno mi sposerò in chiesa, se sarà importante per la mia compagna.
La verità è che non condivido molto di quanto viene professato in Chiesa.
Il punto principale che mi trova in disaccordo è la Colpa. Per la religione cattolica, perfino un neonato è peccatore, finché non viene assolto del peccato originale con il battesimo. E per tutta la vita di questa persona, egli si dovrà sempre sentire in colpa per avere commesso questo o quel peccato, per avere desiderato qualcosa o qualcuno. E dovrà chiedere perdono di ognuna di queste misfatte a Dio, nel confessionale. E una volta confessato, un paternoster e quattro ave maria e presto! sei lindo e pulito come nel giorno del battesimo.
Un’altra cosa è la preghiera. Cosa significa pregare? Per il dizionario italiano, “rivolgersi col pensiero alla divinità, specialmente per chiedere grazie”. In pratica, ci rivolgiamo al Creatore per chiedere il Suo intervento in questa o quella situazione, perché aiuti noi stessi o altri. Spesso condendo il tutto con antiche poesie delle quali non capiamo nemmeno bene il significato.
Ecco, il mio problema con entrambi questi punti è che accettare questo modo di pensare significa anche decidere di delegare la responsabilità delle proprie azioni e della propria vita in mani altrui, siano queste quelle di Dio o quelle di uno dei suoi portavoce.
Io invece la penso diversamente. Credo che ognuno sia responsabile di tenere in mano il timone della propria nave e dirigerla lungo il percorso che ha scelto. Credo che il destino non esista. Credo che la persona che sono oggi è la somma di tutte le decisioni che ho preso o non ho preso nel passato. Credo che posso cambiare me stesso e la mia vita prendendo nuove decisioni. E credo che prendere queste decisioni è non solo un diritto ma un dovere. Che sono io l’unica persona responsabile del mio futuro.
Perché anche se tutti abbiamo persone che ci vogliono bene e che ci possono offrire mille consigli, in fondo solo noi possiamo sapere che cosa vogliamo veramente dalla vita. E spesso sbaglieremo e ci diranno “Te l’avevo detto!”, ma in compenso avremo imparato qualche importante lezione di vita!
Non so se Dio esiste veramente o se è solo un personaggio inventato dall’uomo per sentirsi un po’ meno solo. Se esiste, sono sicuro che non si offenderà se non gli chiedo aiuto o perdono. Magari invece sarà fiero di me, come lo è un padre quando realizza che suo figlio è diventato un adulto che ha preso in mano la propria vita.
Oh, e un’ultima cosa: non credo che il mio punto di vista sia “moralmente superiore” o più corretto rispetto a quello di un religioso convinto. Semplicemente, è quello che funziona meglio per me.